
Filosofia o Scienza? Riflessioni osteopatiche di una domenica pomeriggio…
Il "senso" dell'osteopatia
"Ciò che vediamo e tocchiamo è solo una piccola parte di un’architettura che non sappiamo spiegare."
In questa frase riportata da alcuni osteopati quale anteprima di un discorso introduttivo sul "senso" dell'osteopatia nel quadro più ampio del trattamento salutare del soggetto "uomo", ho riconosciuto la sintesi del mio interesse verso questa disciplina, ancora non del tutto riscattata da atteggiamenti scettici o di sufficienza da parte del mondo ufficiale della sanità, ma comunque sulla buona strada per riconoscimenti sempre più consapevoli.
Per quel che mi riguarda, sono stata sempre affascinata dal corpo umano, dai meccanismi complessi e misteriosi che lo governano, dalla loro interazione, dalla malattia che vi si manifesta e, naturalmente, dall'intervento curativo.
L'approccio alle filosofie orientali mi ha orientata sulla convinzione che esiste qualcosa che, invisibile agli occhi, esercita un grande potere su di noi e sulla nostra entità corpo-mente. La consapevolezza, acquisita, che dove c'è il movimento c'è vita, accompagnata al fascino dell'anatomia, mi ha portata alla scoperta dell'Osteopatia.
Diversamente dall'anatomia dei manuali di medicina occidentale, l'Osteopatia presuppone l'esistenza di "un'anatomia segreta, sottile, non reperibile a colpi di scalpello" e "immagina l'esistenza di circuiti in cui fluisce l'energia vitale".
Essa mi ha permesso di sentire e toccare con le mani questa energia vitale.
La mia prima gravidanza e la nascita di mia figlia mi hanno offerto la prova "vivente" che la vita, già dentro l'utero, forma gli esseri e che la nascita stessa costituisce il vissuto più importante di un essere umano.
Il contatto diretto e palpabile con la mia piccola, al di là dello slancio d'amore, mi ha aperto al mondo meraviglioso dei bambini e delle loro potenzialità.
Il ruolo dell'Osteopata
"Quando si guarda un bambino", diceva Jane E. Carreiro, "non si sa chi o che cosa potrebbe diventare."
"Quando invece si osserva un adulto non sappiamo cosa o chi potrebbe essere stato."
Ed è proprio questo uno dei ruoli principali dell'osteopata: supportare tali potenzialità, eliminando eventuali tensioni e/o blocchi per permettere uno sviluppo armonioso e naturale senza limitazioni, nel pieno delle capacità di ogni soggetto.
I principi dell'osteopatia
I principi su cui si basa l'osteopatia sono:
-
L'essere umano rappresenta un'unità funzionale dinamica, il cui stato di salute è influenzato da corpo, mente e spirito.
-
L'organismo possiede meccanismi di autoregolazione e tende naturalmente verso l'autoguarigione.
-
Struttura e funzione sono interconnesse a tutti i livelli del corpo umano.
Il trattamento manipolativo osteopatico è stato sviluppato come strumento per facilitare i meccanismi fisiologici di autoregolazione/autoguarigione, agendo sulle zone di tensione tissutale, stress o disfunzione che ostacolano i meccanismi neurali, vascolari e biochimici.
Ma la manipolazione non è l'unica tecnica dell'osteopatia e nemmeno quella fondamentale.
Abbiamo a disposizione varie tecniche: strutturali, viscerali, craniosacrali, biodinamiche, che ci offrono diverse possibilità per ristabilire l'equilibrio nel paziente.
Nel processo terapeutico, è centrale il rapporto osteopata-paziente.
Filosofia o Scienza?
Questo è quello che ho appreso negli anni e che porto nel mio bagaglio da osteopata.
Proprio in questi giorni si parla molto della figura dell'osteopata in Italia, si dice che siamo vicini al riconoscimento professionale come figure sanitarie. Sarà vero?
Intanto, leggo sui social opinioni spesso contrastanti, e forse anch'io mi sono smarrita in tutto questo leggere...
Ma una cosa è certa: per me l'osteopatia non è una tecnica, e spero che non venga mai ridotta a "Scienze Osteopatiche".
Per me l'osteopatia è una filosofia, così come intese concepirla Andrew Taylor Still.
E ogni volta che mi sentirò smarrita, tornerò alla lettura dei suoi scritti, ritrovandomi e riconoscendomi lì.
Una testimonianza storica
Mi viene in mente una testimonianza, che risale ai primi tempi dell'osteopatia:
Testimonianza del dottor William Smith
I pazienti erano ditirambici nel parlare di Still e dei suoi trattamenti, al punto che alcuni medici locali temevano di andare falliti.
Lo consideravano un vecchio ciarlatano. Si lamentarono con un rappresentante di strumenti medici, il dottor William Smith, laureato a Edimburgo nel 1889, detentore di diplomi delle principali istituzioni mediche britanniche.
Incuriosito dalle voci contrastanti, Smith si recò di persona nello studio di Still, trovandolo sommerso di pazienti. Lasciò un messaggio, proponendogli di incontrarsi più tardi all'Hotel Pool.
Ecco il racconto di Smith:
«Quanto mi disse sembrava così lontano da tutto quello che mi avevano insegnato nelle scuole di medicina, così totalmente assurdo e chimerico, che gli domandai le prove delle sue affermazioni.
Le prove mi furono date da circa sedici pazienti, che testimoniarono le loro condizioni al momento dell'arrivo a Kirksville e poi in seguito al trattamento.
Se si affronta la questione senza pregiudizi, interrogando uomini e donne sensati, allora, se si è onesti, si deve concludere che nell'arte di guarire esistono ancora cose non conosciute dalla professione medica.»
(Fonte: R. V. Schnucker, Early Osteopathy, p. 75)
Il dottor Smith fu così colpito che aiutò Still a fondare il college di Kirksville nel 1892 e per anni fu il principale insegnante di anatomia.
Filosofia o Scienza? Riflessioni osteopatiche di una domenica pomeriggio…
Indice
Il "senso" dell'osteopatia
"Ciò che vediamo e tocchiamo è solo una piccola parte di un’architettura che non sappiamo spiegare."
In questa frase riportata da alcuni osteopati quale anteprima di un discorso introduttivo sul "senso" dell'osteopatia nel quadro più ampio del trattamento salutare del soggetto "uomo", ho riconosciuto la sintesi del mio interesse verso questa disciplina, ancora non del tutto riscattata da atteggiamenti scettici o di sufficienza da parte del mondo ufficiale della sanità, ma comunque sulla buona strada per riconoscimenti sempre più consapevoli.
Per quel che mi riguarda, sono stata sempre affascinata dal corpo umano, dai meccanismi complessi e misteriosi che lo governano, dalla loro interazione, dalla malattia che vi si manifesta e, naturalmente, dall'intervento curativo.
L'approccio alle filosofie orientali mi ha orientata sulla convinzione che esiste qualcosa che, invisibile agli occhi, esercita un grande potere su di noi e sulla nostra entità corpo-mente. La consapevolezza, acquisita, che dove c'è il movimento c'è vita, accompagnata al fascino dell'anatomia, mi ha portata alla scoperta dell'Osteopatia.
Diversamente dall'anatomia dei manuali di medicina occidentale, l'Osteopatia presuppone l'esistenza di "un'anatomia segreta, sottile, non reperibile a colpi di scalpello" e "immagina l'esistenza di circuiti in cui fluisce l'energia vitale".
Essa mi ha permesso di sentire e toccare con le mani questa energia vitale.
La mia prima gravidanza e la nascita di mia figlia mi hanno offerto la prova "vivente" che la vita, già dentro l'utero, forma gli esseri e che la nascita stessa costituisce il vissuto più importante di un essere umano.
Il contatto diretto e palpabile con la mia piccola, al di là dello slancio d'amore, mi ha aperto al mondo meraviglioso dei bambini e delle loro potenzialità.
Il ruolo dell'Osteopata
"Quando si guarda un bambino", diceva Jane E. Carreiro, "non si sa chi o che cosa potrebbe diventare."
"Quando invece si osserva un adulto non sappiamo cosa o chi potrebbe essere stato."
Ed è proprio questo uno dei ruoli principali dell'osteopata: supportare tali potenzialità, eliminando eventuali tensioni e/o blocchi per permettere uno sviluppo armonioso e naturale senza limitazioni, nel pieno delle capacità di ogni soggetto.
I principi dell'osteopatia
I principi su cui si basa l'osteopatia sono:
-
L'essere umano rappresenta un'unità funzionale dinamica, il cui stato di salute è influenzato da corpo, mente e spirito.
-
L'organismo possiede meccanismi di autoregolazione e tende naturalmente verso l'autoguarigione.
-
Struttura e funzione sono interconnesse a tutti i livelli del corpo umano.
Il trattamento manipolativo osteopatico è stato sviluppato come strumento per facilitare i meccanismi fisiologici di autoregolazione/autoguarigione, agendo sulle zone di tensione tissutale, stress o disfunzione che ostacolano i meccanismi neurali, vascolari e biochimici.
Ma la manipolazione non è l'unica tecnica dell'osteopatia e nemmeno quella fondamentale.
Abbiamo a disposizione varie tecniche: strutturali, viscerali, craniosacrali, biodinamiche, che ci offrono diverse possibilità per ristabilire l'equilibrio nel paziente.
Nel processo terapeutico, è centrale il rapporto osteopata-paziente.
Filosofia o Scienza?
Questo è quello che ho appreso negli anni e che porto nel mio bagaglio da osteopata.
Proprio in questi giorni si parla molto della figura dell'osteopata in Italia, si dice che siamo vicini al riconoscimento professionale come figure sanitarie. Sarà vero?
Intanto, leggo sui social opinioni spesso contrastanti, e forse anch'io mi sono smarrita in tutto questo leggere...
Ma una cosa è certa: per me l'osteopatia non è una tecnica, e spero che non venga mai ridotta a "Scienze Osteopatiche".
Per me l'osteopatia è una filosofia, così come intese concepirla Andrew Taylor Still.
E ogni volta che mi sentirò smarrita, tornerò alla lettura dei suoi scritti, ritrovandomi e riconoscendomi lì.
Una testimonianza storica
Mi viene in mente una testimonianza, che risale ai primi tempi dell'osteopatia:
Testimonianza del dottor William Smith
I pazienti erano ditirambici nel parlare di Still e dei suoi trattamenti, al punto che alcuni medici locali temevano di andare falliti.
Lo consideravano un vecchio ciarlatano. Si lamentarono con un rappresentante di strumenti medici, il dottor William Smith, laureato a Edimburgo nel 1889, detentore di diplomi delle principali istituzioni mediche britanniche.
Incuriosito dalle voci contrastanti, Smith si recò di persona nello studio di Still, trovandolo sommerso di pazienti. Lasciò un messaggio, proponendogli di incontrarsi più tardi all'Hotel Pool.
Ecco il racconto di Smith:
«Quanto mi disse sembrava così lontano da tutto quello che mi avevano insegnato nelle scuole di medicina, così totalmente assurdo e chimerico, che gli domandai le prove delle sue affermazioni.
Le prove mi furono date da circa sedici pazienti, che testimoniarono le loro condizioni al momento dell'arrivo a Kirksville e poi in seguito al trattamento.
Se si affronta la questione senza pregiudizi, interrogando uomini e donne sensati, allora, se si è onesti, si deve concludere che nell'arte di guarire esistono ancora cose non conosciute dalla professione medica.»
(Fonte: R. V. Schnucker, Early Osteopathy, p. 75)
Il dottor Smith fu così colpito che aiutò Still a fondare il college di Kirksville nel 1892 e per anni fu il principale insegnante di anatomia.






